Un trattamento lisciante andato male, l’incubo dei capelli stopposi, guardarsi allo specchio e non riconoscersi più. E’ la disavventura di una riminese di 52 anni che è entrata in un salone di bellezza riccia e ne è uscita con i capelli bruciati, e depressa. La donna è stata costretta ad azzerare il lavoro della parrucchiera con un taglio radicale dicendo addio alla folta chioma passando per il pronto soccorso e il medico legale per certificare il suo stato di depressione e il disastro che ha subito la capigliatura di cui andava fierissima. “Una donna che aveva una vita sociale, canta in un coro, ci tiene tantissimo all’aspetto personale, è stata traumatizzata da questa esperienza” racconta il suo avvocato che ha sporto denuncia contro la parrucchiera per lesioni personali colpose.
Ma facciamo un passo indietro. La signora, che lavora all’ospedale di Rimini, si era informata sul trattamento lisciante dei capelli ed era finita in questo salone grazie al passaparola. Ma non essendo il suo coiffeur di fiducia era attenta a tutte le mosse dei professionisti. Ha capito che c’era qualcosa che non andava dall’odore che si è diffuso dopo l’apertura della boccetta: “un pungente odore di permanente anni 80”, così lo ha descritto. Poi si è insospettita quando ha visto che la parrucchiera maneggiava e studiava il flacone leggendo con cura l’etichetta, come se fosse la prima volta che lo applicava. Una volta uscita dal salone ha rispettato le istruzioni di non lavarsi i capelli per due giorni. Il problema è che non riusciva nemmeno a pettinarli. Erano molto ruvidi al tatto, stopposi, appena fuori, con l’aria i ciuffi si increspavano fino ad arruffarsi ed era impossibile passarci la spazzola. Lì è cominciato l’incubo con lo specchio.
Giorni dopo le sue vecchie parrucchiere l’hanno accolta ed esaminando il vecchio caschetto della cliente le hanno detto che i capelli risultavano bruciati alla radice e che solo un paio di tagli radicali avrebbero rinnovato il cuoio capelluto permettendo alla capigliatura di tornare come nuova.
Un dramma, insomma. “Non puoi capire” si piagnucola in questi casi davanti allo specchio e al telefono con l’amica del cuore. Ma stavolta era qualcosa di più che un broncio civettuolo e passeggero da post parrucchiere. La donna era proprio depressa, davanti allo specchio non riusciva a vedersi più. Si è rivolta prima al pronto soccorso dove le hanno dato tre giorni di prognosi, poi è andata dal suo medico, in seguito da un medico legale che ha attivato anche una consulenza specialistica. Alla fine le è stato diagnosticato uno stato ansioso depressivo post traumatico.
Fonte Il Messaggero